È il concetto emerso in un focus degli addetti ai lavori,  sul comportamento dei marchi turistici nei periodi di blocco dei viaggi e l’impatto sul recupero del loro business.

I rappresentanti dei settori delle crociere, delle compagnie aeree, del travel business e del leisure, hanno concordemente previsto che i potenziali futuri acquirenti premieranno i marchi che si sono presi cura (e continueranno a farlo) dei clienti, piuttosto che fare leva sugli sconti o offerte lastminute. In effetti non gli si può dare torto: tutte quelle imprese che si sono comportate così saranno più importanti che mai, perché i consumatori cercheranno e vorranno fiducia dai professionisti del settore. Da non escludere inoltre l'impatto social che sta avendo sempre più riscontro sui potenziali acquirenti di viaggi. La fiducia e la professionalità di un brand si misurano a 360 gradi: la cura spasmodica del sito, la curiosità suscitata in post su Instagram, un infovideo su Facebook, un'offerta mirata su Telegram saranno i punti di forza del brand del futuro.

La fiducia e la sicurezza prima di tutto dunque: eh sì perché è di fatto sbagliato o quanto meno presuntuoso pensare che il post pandemia si sia lasciato alle spalle. Ci aspettano tempi duri e solamente chi saprà seminare o l'avrà fatto bene in passato, ne raccoglierà i frutti (e saranno molto succosi).

D'altronde, chi avrà avuto la fortuna di non aver perso il lavoro e sarà riuscito a risparmiare (anche perché impossibilitato a spendere dato il continuo susseguirsi di restrizioni), punterà sulla professionalità indiscussa e l'accuratezza del servizio offerto.  Credo comunque che il ritorno sarà più forte della battuta d'arresto: le persone non vedono l’ora di andare in vacanza”.

 

di Daniele Clementi